Il conflitto scoppiato il 24 febbraio 2022 non resta confinato in Ucraina. I suoi effetti si fanno sentire anche nei paesi della regione, con conseguenze che possono essere destabilizzanti. I paesi del Caucaso sono in bilico fra un ancoraggio più saldo all'Europa e il rischio di un'influenza russa sempre più opprimente. I paesi baltici si disfano dei monumenti sovietici e confinano ai margini le comunità russofone nazionali, mentre la Polonia si lancia in una corsa al riarmo per diventare il più grande esercito europeo e ritagliarsi un ruolo di prim'ordine all'interno della NATO. Lo raccontano Costanza Spocci, da Polonia e Lettonia, e Roberto Zichittella, da Armenia e Georgia. Un podcast di Costanza Spocci e Roberto Zichittella. Regia di Manuel de Lucia e Anna Maria Giordano, supervisione di Cristiana Castellotti
Ucraina, viaggio ai confini della guerra
Il conflitto scoppiato il 24 febbraio 2022 non resta confinato in Ucraina. I suoi effetti si fanno sentire anche nei paesi della regione, con conseguenze che possono essere destabilizzanti. I paesi del Caucaso sono in bilico fra un ancoraggio più saldo all'Europa e il rischio di un'influenza russa sempre più opprimente. I paesi baltici si disfano dei monumenti sovietici e confinano ai margini le comunità russofone nazionali, mentre la Polonia si lancia in una corsa al riarmo per diventare il più grande esercito europeo e ritagliarsi un ruolo di prim'ordine all'interno della NATO. Lo raccontano Costanza Spocci, da Polonia e Lettonia, e Roberto Zichittella, da Armenia e Georgia. Un podcast di Costanza Spocci e Roberto Zichittella. Regia di Manuel de Lucia e Anna Maria Giordano, supervisione di Cristiana Castellotti
Episodi
Lista episodi
22 Apr 2023
1. Una Polonia sempre più militare e una Lettonia sempre meno russa
Da quando l'esercito russo ha invaso l'Ucraina il 24 febbraio 2022 il governo polacco ha iniziato ad acquistare carri armati, jet e munizioni a una velocità mai vista dalla fine della Guerra fredda. L'obiettivo? Avere l'esercito di terra più grande di tutta l'Unione Europea. Come? Investendo in armi ed esortando i suoi cittadini a diventare dei militari part-time. In Lettonia, da quando è scoppiata la guerra, il governo ha invece premuto l'acceleratore su un processo di de-russificazione e de-sovietizzazione con l'idea di sbarazzarsi del passato sovietico e del presente "russo" una volta per tutte. Il Parlamento vota nuove leggi ogni mese ed elimina la lingua russa nelle scuole, abbatte monumenti dell'era sovietica, toglie le indicazioni in russo da siti istituzionali e nello spazio pubblico, chiude la maggior parte dei media lettoni in russo, e revoca i permessi di residenza permanente per i cittadini russofoni.
34 min
22 Apr 2023
2. Armenia e Georgia, il Caucaso inquieto stretto fra Russia ed Europa
L' Armenia segue distratta la guerra in Ucraina perché vive sulla sua pelle un altro conflitto, quello che la contrappone all'Azerbaijan per la regione del Nagorno Karabakh. Oggi gli armeni si sentono abbandonati e dimenticati sia dai russi, che avrebbero dovuto garantire la loro sicurezza, sia dagli occidentali, che vedono concentrati solo sul conflitto ucraino. In Georgia, paese che la Russia ha invaso nel 2008, la guerra in Ucraina oggi viene vista come la prosecuzione della loro guerra contro gli invasori. Il sostegno della popolazione all'Ucraina è maggioritario, così come è forte la voglia di legami più stretti con l'Unione europea. Ma le forze di governo, fra lentezze e ambiguità, non sembrano ancora pronte a un cambio di passo.
34 min
22 Apr 2023
3. Dissidenza russa
In questo nostro viaggio in Lettonia, Armenia e Georgia, abbiamo incontrato molti russi che hanno lasciato il loro paese. Molti di loro sono oppositori e giornalisti che scappano dalla morsa del governo, e alcuni di loro sono uomini d'affari espatriati per evitare le sanzioni internazionali. L'esodo russo ha avuto varie ondate. Chi poteva è partito subito dopo l'inizio della guerra, altri hanno atteso qualche settimana, una terza ondata c'è stata nel settembre del 2022, quando il Cremlino ha annunciato la mobilitazione militare per inviare centinaia di migliaia di coscritti a combattere in Ucraina.