Suona l'una Scrivere con l'inchiostro del tempo - Dieci colonne sonore per dieci grandi film
Scrivere con l'inchiostro del tempo - Dieci colonne sonore per dieci grandi film
La filosofia dell'immagine di matrice francese, da Marcel Chion a Gilles Deleuze, sostiene che il tempo del cinema non sia scandito dal ritmo della visione, bensì dalla scrittura del suono. Che insomma la colonna sonora sia l'inchiostro con il quale si scrive la sostanza temporale di un film. È una intuizione sottile e preziosa che cambia radialmente l'idea stessa di colonna sonora. Da questo "punto di vista", ma dovremmo dire da questo "punto di ascolto", la musica per il cinema acquista un ruolo dominante nella percezione dell'immagine in movimento: non più "ancella intelligente" e nemmeno "megafono emotivo", non più contrappunto dialettico e nemmeno sfondo impercettibile, bensì vera e propria "costruttrice di tempo". È sotto questa lente di ingrandimento che il nuovo ciclo di Suona l'una, intitolato "Scrivere con l'inchiostro del tempo", propone di leggere le colonne sonore composte per alcuni dei più significativi capolavori cinematografici realizzati nel secondo Novecento. Dieci film, dieci partiture sonore di diversa natura e funzione: dalle musiche d'autore scritte appositamente per il film, come nel caso di 8 ½ (Nino Rota) o di Hiroshima mon amour (Giovanni Fusco), alle musiche date scelte in pre o in post produzione, come nei casi controversi dei due titoli-chiave di Stanley Kubrick: Barry Lindon e 2001: Odissea nello spazio, dagli esempi di cinema-opera come il Flauto magico di Ingmar Bergman alla alternanza dialettica tra musica diegetica e musica extra diegetica in Senso di Visconti. Ogni puntata affronta uno e un solo film scomponendolo nella descrizione verbale delle sequenze visive e nell'ascolto dei tratti più significativi, sotto il profilo della scansione del tempo, delle rispettive colonne sonore. "Scrivere con l'inchiostro del tempo - Dieci colonne sonore per dieci grandi film" di Guido Barbieri.