La parete
La parete
Di Marlen Haushofer"Ma se il tempo esiste solo nella mia testa e io sono l'ultimo essere umano, avrà fine con la mia morte. Il pensiero mi mette di buon umore. Forse ho il potere di uccidere il tempo. La grande rete si strapperà, per precipitare con il suo contenuto nell'oblio. Dovrebbero essermi riconoscenti, ma una volta morta nessuno saprà che ho ucciso il tempo." La storia de La parete, romanzo della scrittrice austriaca Marlen Haushofer (qui nella traduzione di Ingrid Harbeck per ed e/o), si racconta in breve. Una donna accetta un invito a passare qualche giorno nello chalet del marito di sua cugina. Una sera i due escono per andare in paese e non tornano mai più. La donna si ritrova sola col loro cane ma quando si mette a cercarli si rende conto di avere intorno tanta vita ma non la vita umana come era stata fino a qualche momento prima. I paralleli tra questo romanzo, scritto negli anni Sessanta del Novecento, e grandi romanzi come Robinson Crusoe o Solaris, sono possibili e benvenuti, come è possibile e benvenuto pensare a L'amante di Wittgenstein di David Markson, perché in fondo questa donna potrebbe essere l'ultimo essere umano sulla terra, o a Le Nebbie di Avalon, perché al di qua e aldilà (sì, tutto attaccato...) della parete il tempo scorre diversamente, ma la particolarità di questo libro è che la natura, nonostante la comparsa – l'avvento, la maledizione – de la parete è accogliente, benigna, è amica dell'uomo tanto da non esserne più consumata. Un romanzo pieno di occasioni, non tutte liete. "La parete" di Marlen Haushofer letto da Manuela Mandracchia.