Pantheon Joseph Conrad. Navigare nel profondo
Joseph Conrad. Navigare nel profondo
"Quando varai i miei primi bastimenti di carta, nei giorni della mia infanzia letteraria, miravo a un elemento altrettanto inquieto e pericoloso e mutevole del mare – anzi più vasto – l'implacabile oceano della vita umana". Joseph Conrad ribadisce fino a poco prima di morire, il 3 agosto del 1924, in queste righe della prefazione delle sue Shorter Tales, quanto i suoi romanzi siano un tentativo di spingersi oltre il cerchio magico dell'orizzonte marino. E nei lettori di ogni tempo resta indimenticabile questo riflesso che dal mare trascolora nell'umanità intera. Come diceva Italo Calvino – che a Conrad dedica la sua tesi di laurea – "Amo Conrad perché naviga l'abisso e non ci affonda". A cento anni dalla morte di uno dei più singolari autori del Novecento proviamo, con i nostri ospiti, a esplorare l'origine dell'amore per la libertà, il coraggio e la responsabilità verso gli altri che caratterizzano i personaggi dei suoi racconti, il mistero della voce di Marlow, la complessità di una esistenza massimamente irrequieta, che lo portò più volte a perdere tutto e ricominciare, a cambiare lingua (nasce polacco, conosce il francese fin da bambino, ma diventa uno dei maggiori scrittori di lingua inglese), mestiere (da comandante della Marina mercantile britannica a scrittore), nazione (figlio di un poeta, traduttore e attivista politico polacco diventerà cittadino del maggiore impero dell'epoca) sempre con la certezza che «Ciò che rende tragica l'umanità non è che sia vittima della natura, ma il fatto che ne sia consapevole». Con Lorenzo Pavolini. A cura di Federica Barozzi, Benedetta Caldarulo, Clementina Palladini.