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Il fattore umano -

Storie e reportage giornalistici che svelano come la libertà, in tutte le sue declinazioni, e l'uguaglianza delle persone siano violate da regimi autoritari, da autocrazie e anche in paesi democratici nei confronti dei più deboli e delle minoranze.

Lista episodi

17 Ott 2024

I perseguitati

Migliaia di persone vennero arrestate a Teheran nei mesi di proteste seguiti alla morte di Mahsa Amini, la 22nne deceduta mentre era in custodia della polizia solo perché non portava il velo in modo appropriato. A manifestare, tante donne e soprattutto studenti. Ad un anno dall'inizio della rivoluzione, "I perseguitati" indaga su cosa è accaduto alle ragazze che bruciavano il velo in piazza e ai ragazzi che manifestavano al loro fianco. Molti di loro sono dovuti scappare per evitare l'arresto, anche oltreconfine, ma il regime li segue e li controlla in qualunque paese cerchino rifugio. Nel confinante Iraq lo scorso marzo il governo iraniano e quello iracheno hanno firmato un accordo in cui l'Iraq si impegna a non ospitare i partiti di opposizione iraniani e gli attivisti in fuga. Così i rivoluzionari iraniani nel Kurdistan iracheno sono costretti a nascondersi per paura di essere riconsegnati alle forze dell'ordine di Teheran. Ancora una volta perseguitati, anche fuori dall'Iran. La voce narrante è quella di Azar Nafisi, scrittrice iraniana perseguitata in patria, ora residente negli Stati Uniti, che ha raccontato la sua storia nel bestseller 'Leggere Lolita a Teheran'. Il reportage a cura di Chiara Avesani e Matteo Delbò.
42 min
17 Ott 2024

La procedura

Il Texas è ancora uno degli Stati dove il consenso verso la pena di morte è più elevato. Nella cittadina di Huntsville, la vita ruota intorno al carcere chiamato Walls Unit, la più antica prigione statale. All'interno della struttura si trova la camera delle esecuzioni, quella maggiormente attiva negli Usa: sono infatti 583 i detenuti giustiziati dal 1982 al marzo di quest'anno. A Prison City, come la cittadina di villette viene chiamata, una famiglia su due ha almeno una persona che lavora per il sistema penitenziario. "La procedura" racconta la pena di morte attraverso il punto di vista di ex direttori di carceri, guardie carcerarie come Jim Willet e Buster McWhorter che rispettivamente hanno partecipato a 89 e 197 esecuzioni, e avvocati e giornalisti che per lavoro si trovano a dover assistere all'esecuzione e ne restano segnati per sempre. La pratica della pena di morte non cessa di provocare sdegno e interrogativi. Molte case farmaceutiche hanno deciso di non fornire prodotti per l'iniezione letale e questo ha esposto negli anni i condannati a esperimenti con mix di farmaci inadeguati, spesso reperiti da fornitori inaffidabili. Il boicottaggio farmaceutico ha ottenuto in alcuni casi la sospensione o il rinvio di esecuzioni già fissate, ma ha anche spinto alcuni Stati a ricorrere a metodi desueti. Ad accompagnare i telespettatori attraverso questo 'viaggio all'inferno' è la voce narrante di Antony Graves, detenuto in carcere per diciotto anni, dodici dei quali nel braccio della morte in Texas, condannato per un crimine mai commesso. Ha raccontato la sua storia in un libro e oggi è un attivista che si batte per la riforma del sistema penitenziario americano. Il reportage a cura di Luigi Montebello con la collaborazione di Tommaso Javidi e Irene Sicurella.
46 min
17 Ott 2024

Borderline

Negli Stati Uniti gruppi di estremisti prendono di mira gli immigrati. Se ne è occupato Hatewatch un sito americano, molto aggiornato, che monitora la rete di gruppi di "odiatori" anti-governativi appartenenti alla destra radicale americana. Uno di questi gruppi è Veterans on Patrol fondato nel 2015 con l'obiettivo iniziale di sostenere i veterani militari. Dal 2018, le attività dell'organizzazione si sono spostate verso l'attività contro la tratta di esseri umani al confine tra Messico e Stati Uniti. I loro metodi però fanno discutere e sono finiti al centro di molte denunce anche di deputati americani. Borderline è il racconto dell'attività di questi gruppi al confine con il Messico. Da un lato ci sono questi volontari, che con fototrappole e sabotaggi delle postazioni di aiuto per i migranti, cercano di impedirne l'arrivo. Dall'altro ci sono le Ong che cercano di salvare la vita a chi affronta questi terribili viaggi, che non poche volte si trasformano in viaggi di morte. La voce narrante è quella di Alejandro Inarritu, regista messicano premio Oscar, che nei suoi film ha affrontato più volte il tema delle migrazioni. Nel 2017 ha ideato un'istallazione ospitata in numerosi musei del mondo dal titolo Carne y Arena, letteralmente, Carne e Sabbia. Si tratta di un'installazione in realtà virtuale pensata e realizzata nell'intento di proiettare "gli spettatori nella dura vita di un immigrato" nell'atto di attraversare il confine tra Messico e Stati Uniti. Il reportage a cura di Antonello Savoca e Davide Rinaldi.
46 min
17 Ott 2024

La piazza negata

Il 28 maggio 2023 Erdo?an è stato eletto per la terza volta consecutiva presidente della Turchia al termine di una campagna elettorale sconvolta da un tre-mendo terremoto di magnitudo 7.7, che la mattina del 6 febbraio, ha provocato più di 58mila morti tra Turchia e Siria e oltre 100mila feriti. Erdogan, nonostante le forti critiche alla risposta del governo al terremoto, da un lato ha assicurato in campagna elettorale che tutto verrà ricostruito, dall'altro ha minacciato di arrestare chiunque si fosse azzardato a mettere in discussione la linea del governo in materia di soccorsi e di intervento nelle zone colpite. Un atteggiamento che non ha stupito le opposizioni, costrette da anni a fare i conti con difficoltà sempre maggiori nell'esprimere il dissenso. La questione curda e la necessità di arginare qualsiasi forma di critica, han-no spinto Erdogan ad accentuare la morsa repressiva nei confronti di intellettuali, giornalisti e familiari di persone scomparse. "La piazza negata" raccoglie le voci di vittime e testimoni di quella che da molti analisti viene ormai definita una "democratura". Tra questi, le "madri le sabato", un'associazione che raccoglie i familiari di persone "scomparse" in Turchia e che dal 1995 si riunivano ogni settimana nel centro di Istanbul chiedendo alle autorità di rendere conto del destino dei loro cari. Nel 2018 la polizia ha arrestato i partecipanti, inclusi noti difensori dei diritti umani, molti dei quali sono sotto processo ancora oggi per attentato alla sicurezza nazionale. Da allora quella piazza è presidiata dalla polizia per evitare manifestazioni. La voce narrante è quella della sociologa e scrittrice Pinar Selek, arrestata e torturata perché rivelasse i nomi delle sue fonti. Oggi, nonostante l'annullamento delle condanne e quattro assoluzioni è costretta a vivere in esilio, perché accusata di essere una terrorista. Il reportage a cura di Chiara D'Ambros e Tommaso Javidi.
44 min
17 Ott 2024

Dov'è la vittoria

Ad un anno e mezzo dall'inizio dell'invasione russa in Ucraina i combattimenti non accennano a cessare. Oltre 200mila persone sono morte da entrambe le parti, mentre il numero dei feriti si aggira attorno a 180mila. Intere città sono andate distrutte portando circa 8 milioni di profughi a riversarsi in tutta Europa. Non tutti però possono fuggire. Sin dall'inizio della guerra l'Ucraina ha imposto ai giovani fra i 18 e i 60 anni di non lasciare il paese per poter rispondere all'eventuale chiamata alle armi. Anche la Russia ha incrementato i reclutamenti: solo nella scorsa primavera Mosca ha inviato 52mila cartoline di coscrizione. "Dov'è la vittoria" racconta da un lato l'addestramento da parte di ufficiali americani delle reclute ucraine, dall'altro le storie di chi ha deciso di rifiutare il concetto stesso della guerra. Si tratta di giovani russi e ucraini che sono fuggiti o che tentano di fuggire dalla logica delle trincee, denunciando come in questo conflitto così come in tutti i conflitti a pagare il prezzo più alto siano sempre i più disgraziati. Alcuni di loro sono riusciti a lasciare il loro Paese e vivono in esilio per non sottomettersi alla guerra, per non dover combattere sul fronte ucraino. È l'altra resistenza alla guerra, quella dal basso, in paesi dove al momento è difficile trovare spazio per tutto ciò che non è propaganda bellicista. La voce narrante è quella di Hanna Bilobrova, un'attrice e regista lituana che crede ancora nella pace. Il reportage a cura di Giuseppe Borello, Andrea Sceresini e Matteo Del Bo.
44 min
17 Ott 2024

Trattamento speciale

Da anni l'Italia è il primo approdo in Europa per decine di migliaia di migranti in fuga da guerre e persecuzioni oppure in cerca di un futuro migliore per sé e per i propri figli. La maggior parte di loro ha affrontato viaggi infernali, in mezzo al deserto, ha subito le torture di aguzzini libici per poi scoprire, una volta giunti dall'altra parte del Mediterraneo, che quello che li aspettava non è il paradiso che avevano immaginato. All'indomani della giornata internazionale contro la tratta di esseri umani (30 luglio), il reportage racconta la vita che si trovano ad affrontare i migranti una volta raggiunta l'Europa. Molti si sono ritrovati letteralmente prigionieri in Italia o in altri Paesi europei. Com'è accaduto alle oltre 12 mila donne vittime di tratta negli ultimi 7 anni (dati del Dipartimento per le pari opportunità), arrivate con l'inganno di un lavoro e di una vita dignitosa e costrette poi a prostituirsi prima di trovare il coraggio di ribellarsi, fuggire e chiedere aiuto. O com'è accaduto a migliaia di migranti finiti in carcere con l'accusa di traffico di esseri umani perché costretti a mettersi al timone di una barca di disperati, minacciati dai trafficanti che muovono le fila della tratta incassando i soldi e restando in Libia. La voce narrante è quella di Abdulrazak Gurnah, Premio Nobel per la Letteratura nel 2021, conferitogli, si legge nelle motivazioni, "per la sua intransigente e compassionevole penetrazione degli effetti del colonialismo e del destino del rifugiato nel divario tra culture e continenti". Il reportage a cura di Raffaele Manco e Raffaele Marco Della Monica.
44 min
17 Ott 2024

Russi d'Africa

A un mese esatto dalla ribellione del gruppo paramilitare Wagner che, sabato 24 giugno, ha prima occupato la città russa di Rostov-sul-Don e marciato in direzione di Mosca, per poi fermarsi e tornare indietro facendo di fatto rientrare l'ammutinamento, poco si è capito di cosa sia realmente accaduto quel giorno e, soprattutto, di quali siano oggi i rapporti tra il governo di Vladimir Putin e i mercenari guidati da Evgenij Prigozin. Di certo quegli eventi hanno tolto ogni dubbio sull'esistenza del gruppo Wagner, ma quali siano il ruolo e le sue attività nel mondo non è ancora stato chiarito. Soprattutto, lontano dalla linea del fronte ucraino, in quei paesi dell'Africa Sub-sahariana dove la compagnia militare privata è presente, anche se non ufficialmente, da ormai molti anni. Il reportage è un viaggio in Repubblica Centroafricana, il primo paese del continente dove la presenza militare russa è stabile sin dal 2018, quando su invito del Presidente Faustin-Archange Touaderà e dietro mandato delle Nazioni Unite, sono giunti 172 istruttori russi per addestrare le forze armate nazionali. Da allora però le cose sono cambiate, con l'arrivo di circa 2000 mercenari della compagnia militare Wagner, schierati in prima linea contro i gruppi ribelli presenti nel paese. Attraverso le testimonianze di politici nazionali, giornalisti indipendenti, esponenti di organizzazioni non governative, appartenenti a gruppi ribelli, il reportage racconta le contraddizioni legate alla presenza russa nel paese: da un lato, l'entusiasmo della popolazione per la ritrovata sicurezza, dall'altro il crescente clima di tensione e paura a causa delle intimidazioni, degli arresti, delle sparizioni, delle violenze che possono abbattersi su chiunque sia sospettato di attività anti-governativa e anti-russa. Il reportage a cura di Federico Lodoli e Carlo Gabriele Tribbioli.
45 min