Tre soldi Eterni
Eterni
Mai come oggi l'uomo ha sottoposto la vita, e quindi la morte, a un così grande potere di manipolazione. Questo potere ha alimentato la più grande illusione che le società contemporanee hanno coltivato spendendo enormi capitali scientifici, culturali e finanziari; che la morte si possa dimenticare, escludere, allontanare dal proprio orizzonte di vita. Un atteggiamento che in realtà nasconde la presenza, incombente, di una morte più che mai avvertita e temuta e perciò innominabile. Il corpo è diventato l'oggetto biologico per eccellenza, da conservare e preservare a tutti i costi: vitaminizzato, reimpiantato, riprogrammato, ibridato, aumentato, e anche criogenicamente congelato, in attesa di essere riavviato, resettato, riformattato, suddiviso in pixel e ricostruito a partire da ricordi archiviati. Sullo sfondo di questa contemporaneità ipertecnologica, vitalistica e amortale, ascoltiamo storie che parlano di malattia, scienza, filosofia e fede. L'ossessione di lasciare traccia di sé e la fame di tempo che ne deriva, la gestione della sofferenza e il dilemma etico che ne consegue, ma soprattutto i limiti che la natura umana mostra di fronte alla morte, sono gli aspetti che informano la nostra esperienza quotidiana. Aspetti che dobbiamo sottoporre ad un'incessante revisione. Il senso di una storia si capisce solo da come va a finire.